Ispirazioni

Cos’è il tempo? Non lo so. Però mi piacerebbe saperlo. Per questo me lo chiedo. Mi piacerebbe saperlo in rapporto alla musica, di cui mi sono sempre occupato e nella quale quel che chiamiamo ‘tempo’ ha una parte così importante. E mi piacerebbe saperlo anche in via di principio – non solo perché la sfera dei principii deve accompagnare ogni approccio alla musica, ma anche perché quando si diventa vecchi si avvicina la fine del tempo concesso alla nostra vita. Mi piacerebbe unire l’elemento di principio alla musica, ed entrambi alla vita. Ma so già che, nonostante le domande e le riflessioni, non saprò mai cosa sia il tempo. […]

Credo che sia possibile trovare una risposta a domande del genere considerando anzitutto l’orologio. L’orologio è una macchina inventata dall’uomo per misurare il tempo, che si basa su movimento, unità di misura e numero. Qui l’unità di misura è determinata geofisicamente e viene misurata facendo riferimento al sole, alle stelle o alle maree, all’acqua o alla sabbia, a un sistema di rotelle con contrappesi, molle e pendolo, oppure all’elettricità, al quarzo e all’atomo. Tuttavia non è il funzionamento della macchina, né la storia di questo funzionamento, unito a un costante perfezionamento della misurazione, che ci interessano qui, ma solo il fatto che esiste una misurazione del tempo, l’orologio (Uhr) – parola che deriva da una unità di misura, cioè dal latino hora, ‘ora’.

Hans Heinrich Eggebrecht tradotto da Maurizio Giani per Il Saggiatore musicale.

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These fragments I have shored against my ruins.

T.S. Eliot

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“Gerade weil wir Komponisten überflüssig sind, sind wir unverzichtbar: Die Kunst ist der Bereich, wo wir – über den ganzen Alltag hinaus – uns daran erinnern, dass wir geistbegabte Kreaturen sind. Und das ist der Sinn, warum wir überhaupt auf dieser Erde herumspazieren!” 

Helmut Lachenmann an Wiebke Pöpel

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La musica è il solo dominio in cui l’uomo realizza il presente.

Igor’ Stravinskij

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L’incomprensione del presente nasce inevitabilmente dall’ignoranza del passato. Ma non è forse meno vano affaticarsi nel comprendere il passato, se non si sa niente del presente.

Accompagnavo, a Stoccolma, Henri Pirenne. Appena giunti, mi disse: «Che cosa andiamo a visitare come prima cosa? Sembra che vi sia un Municipio nuovissimo. Cominciamo di lì». Poi, come se volesse prevenire un mio moto di meraviglia, aggiunse: «Se fossi un antiquario, non avrei occhi che per le cose vecchie. Ma io sono uno storico. È per questo che amo la vita».

Marc Bloch, Apologia della storia o Mestiere di storico,

Einaudi 2009, p. 36.

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Homo sum, humani nihil a me alienum puto.

Terenzio

© Mario Merz, Fondazione Guggenheim, Venezia
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G.G. :  Do you think it’s essential?  I mean, my personal philosophy of interviewing – and I’ve done quite a bit of it on the air, as you perhaps know – is that the most illuminating disclosures derive from areas only indirectly related to the interviewee’s line of work.

g.g. :  For example?

G.G. :  Well, for example, in the course of preparing radio documentaries, I’ve interviewed a theologian about technology, a surveyor about William James, an economist about pacifism and a housewife about acquisitiveness in the art market.

g.g. :  But surely you’ve also interviewed musicians about music?

G.G. :  Yes, I have, on occasion, in order to help put them at ease in front of the mike. But it’s been far more instructive to talk with Pablo Casals, for example, about the concept of the Zeitgeist, which, of course, is not unrelated to music –

Glenn Gould Interviews Glenn Gould About Glenn Gould (excerpt)

“High Fidelity”, February 1974

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Beati monoculi in terra caecorum

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la massima parte
Robert Fulghum
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