Daniel J. Levitin Fatti di musica, la scienza di un’ossessione umana.
Torino, Codice edizioni 2008, pp. 273, € 26
Interrogarsi sul comportamento dell’uomo in relazione alla musica è forse il modo più interessante per affrontare il discorso più generale del suo funzionamento. L’autore cerca di spiegare cosa accade nel nostro corpo a contatto con la musica, quando suoniamo e quando ascoltiamo, esaminando come altezza del suono, timbro e ritmo causino specifiche reazioni nel cervello, nella mente e nei pensieri.
I quesiti a cui il libro cerca di dar risposta sono molti. Ad esempio: che cos’ha in comune Honky Tonk Woman dei Rolling Stones con la Sheherazade di Rimskij-Korsakov? C’è una correlazione tra talento musicale e struttura cerebrale? Come riesce un solista a ricordare un intero concerto a memoria? Esiste una predisposizione biologica verso la musica? Perché alcune corrette interpretazioni sono in grado commuoverci fino alle lacrime e altre, pur tecnicamente perfette, invece no?
Levitin, neuroscienziato, musicista e produttore musicale, fornisce le sue risposte in una prosa piana e scorrevole, i generi da cui trae gli esempi sono i più vari (rock, musica eurocolta, pop, canzoni infantili, jazz) e sia la parte musicale che quella neuropsicologica sono affrontate in modo accessibile a tutti. Segnaliamo l’eccellente cura editoriale e le puntuali note, e la prefazione di Wu Ming 2; completa infine l’opera una ricca bibliografia che distingue intelligentemente tra testi di base e lavori per specialisti.
Giornale della Musica, n. 252, Ottobre 2008, p. 34

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