L’officina di Puccini

Virgilio Bernardoni, Verso Bohème. Gli abbozzi del libretto negli archivi di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. X-276 pp., Firenze, Olschki 2008, € 32.

Tosca di Victorien Sardou, Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, musica di Giacomo Puccini, 2 voll.: facsimile della copia di lavoro del libretto; trascrizione e commento a cura di Gabriella Biagi Ravenni. I: 140 pp. (134 di facsimile); II: XLII-140 pp. con 1 fig., 1 pieghevole, Firenze, Olschki 2009, € 120.

Verso Tosca: Luigi Illica nella cultura europea del secondo Ottocento. Convegno di studi in occasione del 150° anniversario della nascita di Puccini, Piacenza, GL editore 2010, pp. 158, € 5.

Concepita tra il marzo del 1893 e il dicembre del 1895, La bohème nacque quando Puccini si divideva fra il presenziare alle riprese di Manon Lescaut in Italia e all’estero e le battute di caccia intorno al lago di Massacciuccoli, mentre Giacosa era occupato dalla prima francese di Tristi amori e su tutti, fin dal principio, gravava la concorrenza di Leoncavallo, il primo a metter le mani sullo stesso soggetto. Grazie al puntuale lavoro di Virgilio Bernardoni Olschki pubblica ora un’analisi comparata delle redazioni preliminari del libretto che sfrutta i materiali genetici conservati nell’archivio di Casa Giacosa a Colleretto Giacosa (Torino) e i manoscritti conservati al Museo Illica di Castell’Arquato (Piacenza). Attraverso gli abbozzi per la maggior parte inediti Bernardoni ci dona un’edizione interpretativa che documenta le diverse, complesse stratificazioni che portarono all’edizione Ricordi del 1896, proposta in appendice. L’evento saliente della redazione del libretto, suddivisa in tre stadi principali, è la soppressione, nel febbraio 1894 per volere di Puccini, dell’atto “del cortile”. Entrando dietro le quinte si scopre quanto significativi possano essere anche «gli scarti di lavorazione dell’officina di Bohème» (p. 39). Riguarda ugualmente la triade Giacosa-Illica-Puccini, con l’identica supervisione di Ricordi, anche il secondo titolo della collana del Centro Studi Giacomo Puccini, Testi e documenti. Questa copia di lavoro del libretto di Tosca appartenente alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca non è l’unica superstite (altre si conservano nell’Archivio storico Ricordi, nella New York Public Library, nel Museo di Villa Puccini, nel Fondo Giacosa), ma è a suo modo esemplare, poiché la più ricca di annotazioni del compositore. Ecco dunque due splendidi volumi contenenti il facsimile della copia di lavoro, un’autentica gioia per gli occhi di qualunque musicofilo, e l’edizione e commento a cura di Gabriella Biagi Ravenni, indispensabile per la lettura. Come accade con edizioni di questo tipo, i problemi filologici sollevati sono molteplici (analoghe difficoltà rilevava Bernardoni, Verso Bohème, p. 31): nel nostro caso la curatrice opportunamente realizza «non un’edizione sinottica, né un’edizione genetica, perché l’inserimento di tutte le varianti conosciute avrebbe aggiunto eccessiva complessità» (Tosca, II, p. VIII), ma una trascrizione semidiplomatica che, disponendo il testo del commento parallelo al facsimile, rende comoda la decodifica di un documento in cui ci si deve districare fra diverse grafie, aggiunte, ripensamenti, cancellazioni. È emozionante essere ammessi nel sancta sanctorum e poter seguire il progresso del lavoro avendolo sotto gli occhi e tra le mani.

Sia Bernardoni sia Biagi Ravenni hanno preso parte al convegno Verso Tosca (Piacenza, 14-15 marzo 2008) che mira a inserire Luigi Illica nella cultura del secondo Ottocento, i cui atti, comprendenti quindici interventi, sono stati dati ora alle stampe. Non potendoli menzionare tutti, segnalo i contributi di Johannes Streicher, il quale mette a fuoco il carattere metateatrale della produzione di Illica e di Luigi Allegri che confronta la Tosca di Sardou con quella di Puccini; mentre Mercedes Viale Ferrero illustra con dovizia di particolari i due allestimenti scenici a confronto, da La Tosca a Tosca, attraverso riviste, fotografie, bozzetti (anche abortiti) e spiegando l’esclusione di Illica dalla regia dell’opera. Gabriella Olivero pone l’accento sul fascino dell’Oriente meno noto (non quello, per intendersi, di Iris o della Butterfly) che condusse Illica a scrivere per Louis Lombard Errisiñola, oltre alla tela di un’opera intitolata Damaianti, basata su un episodio del III libro del Mahābhārata, già tradotta a più riprese in italiano, ma mai musicata. Cesare Orselli focalizza invece l’attenzione, attraverso l’analisi linguistica, sul «realismo regionale» nordico de I dispetti amorosi, lavoro che si svolge nella Venezia contemporanea, e della Collana di Pasqua, ambientato in un paese lucchese, entrambe destinate alla musica di Gaetano Luporini. Simona Brunetti si concentra sulle prime produzioni drammatiche, sottolineandone alcuni tratti peculiari: i tipi di eroina poste in scena, il rilievo dato alle figure minori, lo sguardo compassionevole nei confronti dei personaggi. Massimo Baucia tratteggia infine la cronistoria del Fondo Illica conservato alla Biblioteca Comunale di Piacenza.

In seguito al 150° anniversario della nascita, da poco trascorso, il fiorire di monografie su Puccini non s’arresta: l’ultima nata, firmata da Daniele Martino, segue la tradizionale suddivisione in vita e opere, con l’aggiunta di bibliografia e discografia essenziali. Scritto con una prosa agile, avvalendosi dell’eccellenza che da sempre contraddistingue Skira fra i volumi di arte, questo libro in carta patinata offre un ampio corredo iconografico in cui prevalgono fotografie dell’epoca, locandine, bozzetti di scena. Nelle versioni in italiano e in inglese, il testo costituirà per i lettori una buona occasione per avvicinare il compositore, presentato da un autore che lo ama e lo frequenta da lungo tempo.

L’Indice dei libri del mese, anno XXVII, n. 11, novembre 2010, p. 30 (pdf)

Citato in:

A Bibliography for the Study of French Literature and Culture Since 1885, a cura di Sheri Dion vedi

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