Maurizio Giani, Johannes Brahms
Collana Autori&Interpreti 1850-1950
Palermo, L’Epos 2011, pp. 641, euro 58,30
Questa poderosa opera di Maurizio Giani ambisce a essere il testo più esaustivo tra gli studi brahmsiani. Giani espone la biografia del compositore con una tale esattezza e vicinanza emotiva che pare l’abbia conosciuto di persona. La narrazione biografica è arricchita dall’analisi del romanzo familiare, un capitolo di raro acume interpretativo sostenuto da fondamentali letture psicologiche – ma senza pedantismo –, e dagli originali approfondimenti su Brahms musicologo e lettore (quest’ultimo un tema caro a Giani che aveva il suo contraltare in Un tessuto di motivi, dedicato a Wagner: compositori qui ricongiunti in un Intermezzo. Wagner contra Brahms).
Sebbene Brahms non abbia mai prodotto opere teoriche, il suo profilo musicologico è qui tratteggiato a tutto tondo anche attraverso i volumi di storia e teoria musicale studiati, il lavoro come filologo ed editore di musiche altrui, gli interessi etnomusicologici e la sua collezione di manoscritti.
L’autore non si tira indietro di fronte a episodi spinosi o difficili per lo storico, come ad esempio la frequentazione da parte del giovane degli Animierlokale o il complesso rapporto con Clara Schumann, ma squaderna invece un intero catalogo di pro e contro rivelando un sicuro dominio della letteratura critica che lo precede; evidente pure nella bibliografia e nel capitolo sulla recezione, che andrebbe forse letto per primo, poiché fa emergere e puntualizza i vari, anche radicali, mutamenti di rotta cui l’opera brahmsiana è andata soggetta (il più noto è il “progressive Brahms” di Schönberg).
Lo scavo negli opera omnia, la cui analisi è ben poco didascalica e tutta interconnessa, suggerisce relazioni fra opere apparentemente distanti, sia dello stesso Brahms sia di altri compositori, e aiuta a «pensare con le orecchie», secondo l’ideale adorniano del necessario dispiegarsi della musica dal singolo fenomeno al tutto, da cui soltanto esso può venire determinato. Queste pagine sono dense di particolari rivelatori: la precisione a tutto campo del musicologo soddisfa anche il lettore più esigente, senza interferire con la scorrevolezza del testo, un elemento importante visto l’impegno che richiede il volume.
La discografia critica non si riduce a un mero elenco d’interpretazioni: mette a confronto le edizioni integrali, fornisce un ampio cenno sulla discografia storica, sull’interpretazione filologica, e pure sul suono di Brahms. Nell’essenziale iconografia anche due foto inedite. Molto buona la cura editoriale.
Il Giornale della Musica, 285, ottobre 2011, p. 32