L’atto della lettura è profondamente solitario. Esclude il lettore dal resto della stanza; suggella l’intera sua coscienza dietro le labbra immobili. I libri amati sono la compagnia necessaria e sufficiente di chi è solo. Chiudono la porta alle altre presenze, nel fanno degli intrusi; in breve, colui che reclama il silenzio per leggere difende accanitamente la sua privacy. Ma proprio questi sono i tratti di sensibilità che oggi vengono guardati con maggior sospetto.
La tendenza attuale del sentimento comune punta insistentemente verso la socievolezza, verso una generosa condivisione delle emozioni. Il “great good place” dei sogni ufficialmente riconosciuti è un luogo dove si sta insieme. La violenta tesaurizzazione di emozioni nel chiuso silenzio della lettura è ormai cosa superata.
George Steiner, “Domani”, settembre 1970-gennaio 1971, in:
‘Nel castello di Barbablù’, p. 110 (Garzanti editore, in precedenza Edizioni SE).

THUCYDIDE, Histoire de la guerre du Péloponnèse, trad. franç de Claude de Seyssel,
via jessehurlbut.net
“La lettura è l’incontro di una parola senza suono con un destinatario senza voce, in perfetta solitudine” (Pozzi, Tacet). Magari.
— Stefano Bartezzaghi (@SBartezzaghi) su Twitter, 11.12.2013

Lettura come conversazione
Un romanzo o una poesia non è un monologo, bensì una conversazione tra uno scrittore e un lettore: una conversazione, ripeto, del tutto privata, che esclude tutti gli altri — un atto, se si vuole, di reciproca misantropia. E nel momento in cui questa conversazione avviene lo scrittore è uguale al lettore, come del resto viceversa, e non importa che lo scrittore sia o meno grande. Questa uguaglianza è l’uguaglianza della coscienza.
Un romanzo o una poesia non è un monologo, bensì una conversazione tra uno scrittore e un lettore: una conversazione, ripeto, del tutto privata, che esclude tutti gli altri — un atto, se si vuole, di reciproca misantropia. E nel momento in cui questa conversazione avviene lo scrittore è uguale al lettore, come del resto viceversa, e non importa che lo scrittore sia o meno grande.
Questa uguaglianza è l’uguaglianza della coscienza.
Iosif Brodskij, Dall’esilio, pp. 50-51.
Tempo di lettura
Secondo il romanziere e critico Tim Parks la mente moderna “tende eccessivamente alla comunicazione. Non è solo il fatto di essere interrotti: è che tendiamo all’interruzione”.
Per immergersi a fondo nella lettura non occorre solo tempo, ma un tipo speciale di tempo che non si ottiene semplicemente diventando più efficienti.
Da: Trovare il tempo per leggere, Internazionale, 7.4.2015
Il lettore deve (?)…
E le lettrici e i lettori? Appunti (la rubrica di FNall) in questi anni li ha visti oggetto di continui assalti, soprattutto mirati a demolirne una delle caratteristiche che era stata loro propria per qualche secolo: la solitudine. Ostracizzata come non mai da qualunque venditore, sia esso un proprietario di un social network o un produttore di saponette, la solitudine è sradicata dallo statuto di lettore per annichilirne ogni residuo di indipendenza e disfunzionalità ai fini del guadagno.
Chi legge: deve contribuire, deve condividere, deve esprimersi, deve sostenere, deve cedere gusti, opinioni, abitudini, idiosincrasie, senza che nulla gli venga dato in cambio.
Federico Novaro su FNall
Come si legge sul web?
Non si legge, secondo Jakob Nielsen.
Citato dal blog Il Mestiere di scrivere di Luisa Carrada
Last, but not least
1. Consigli ai giovani. Andrei Tarkovsky
2. Consigli ai giovani. Glenn Gould
Siate soli, restate in quello stato di grazia che è la solitudine.
Glenn Gould, parafrasato da M. Schneider, a sua volta da me citato in: Ritiro dalle scene, fuga per quartetto vocale, radio contrappuntistica: fugue e escape in Glenn Gould, p. 187
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