Roberto Favaro, Spazio sonoro.
Musica e architettura tra analogie, riflessi, complicità.
Presentazione di Mario Botta.
Venezia, Marsilio 2010, € 28, pp. 303
È un anno fecondo per Favaro che, dopo aver licenziato il suo Musiche da leggere. Romanzi da ascoltare (LIM), un’antologia di “pagine sonore dalla narrativa italiana del ‘900” che completa i suoi studi precedenti, dà adesso alle stampe per Marsilio Spazio Sonoro.
Favaro, musicologo, insegna in diverse sedi, tra cui l’Accademia di architettura di Mendrisio (Svizzera), esperienza grazie a cui ha consolidato materiali e idee confluite in questo libro.
La prima parte indaga quattro prospettive – la musica dello spazio, lo spazio della musica, la musica nello spazio, lo spazio nella musica -; la seconda ha per oggetto il macrotema della casa declinato in molteplici accezioni; la terza mette al centro Luigi Nono, architetto della musica (e inevitabilmente si parla di Carlo Scarpa); protagonista dell’ultima sezione è invece la città.
“Spazio sonoro” è un concetto ampio e polisemico, al centro della vita di architetti, musicisti, artisti, designer e del pubblico delle sale da concerto. L’opera è figlia dell’encomiabile idea che gli architetti debbano essere attenti anche al lato “umanistico” della progettazione. In tal prospettiva il libro si propone di «provare ad ascoltare le cose, il mondo e se stessi», e lo fa in modo avvincente, con interessanti riferimenti bibliografici, che sarebbe però stato utile raccogliere in una bibliografia.
Il Giornale della Musica, 286, novembre 2011, p. 25