Maderna e l’Italia musicale degli anni ’40

Maderna e l’Italia musicale degli anni ’40, atti dell’incontro di studio, Verona 10 ottobre 2009.

Maderna

A cura di Gabriele Bonomo e Fabio Zannoni,

Ed. Suvini Zerboni, Milano 2012, pp. 163, € 20.

Tenutosi nel 2009 nell’ambito di Verona Contemporanea/Intersezioni, questo convegno è nato innanzitutto dal ritrovamento della partitura del Concerto per pianoforte e orchestra del 1942, la cui ed. critica è stata curata nel 2012 da Angela Ida De Benedictis, che qui traccia filologicamente il percorso, degno di una spy story, degli esemplari superstiti. Fabio Zannoni spiega che ingiustamente, eccezion fatta per Mila, una certa prospettiva storiografica e critica non colse la centralità di Maderna. Negli anni ’80 hanno aperto la strada alla ricerca maderniana Rossana Dalmonte e Mario Baroni (che ha originato l’Archivio Maderna presso l’Università bolognese), il cui testimone è stato raccolto da più giovani studiosi. Laura Och indaga la precoce apparizione di Maderna a Verona, sua città adottiva, come direttore d’orchestra-ragazzo prodigio (1933-46); Raffaele Pozzi e Daniela Tortora esaminano il periodo romano, quando Maderna era allievo di Alessandro Bustini; l’“apprendistato anomalo” e il paradosso delle relazioni fra Malipiero, Maderna e Nono è materia di Veniero Rizzardi. Leo Izzo affronta il rapporto di Maderna col jazz; Baroni la doppia versione di Introduzione e Passacaglia, Dalmonte studia le opere preseriali con testo poetico. Tutti i saggi fanno ampio ricorso a lettere e documenti d’archivio.

Il Giornale della Musica, 297, novembre 2012, p. 29

Goffredo Petrassi, scritti e interviste

petrassiGoffredo Petrassi, scritti e interviste

a cura di Raffaele Pozzi

Milano, Edizioni Suvini Zerboni 2008, pp. 428, € 28

Gli scritti e le interviste di Petrassi qui raccolti spaziano dal primo articolo del 1935 all’ultima intervista (un testo inedito rielaborato insieme al compositore) rilasciata a Raffaele Pozzi nel 2002. In un colloquio di poco precedente, il novantaquattrenne Petrassi scherza con un altro intervistatore: «Sono così vecchio che lei adesso approfitterà dei miei anni per chiedermi come la musica è cambiata nel Novecento». Lungi dall’essere una boutade, queste pagine ci consentono un percorso lungo quasi un secolo, con un duplice vantaggio: possiamo prendere a prestito un punto di vista autorevole per conoscere l’universo musicale (ma non solo) dell’epoca, beneficiando di una prosa che va sempre al centro delle questioni senza tanti giri di parole. Come ricorda Pozzi nella densa prefazione, da adolescente Petrassi voleva fare lo scrittore, anche se presto vi rinunciò; fortunatamente, oltre a quella musicale, resta anche questa produzione letteraria eterogenea: discorsi pronunciati a festival e congressi, e articoli di critica musicale, che lo rivelano lucido testimone di quel tempo. Si scopre dunque un lato meno conosciuto del compositore. Ma non solo: attraverso le sue acute osservazioni, un intero mondo cambia davanti ai nostri occhi.

Il Giornale della Musica, n. 256, febbraio 2009, p. 20  (pdf)