Giorgio Manganelli letto da Ermanno Cavazzoni: Intervista a Dio onnipotente

“Entri, le ho detto! Si faccia avanti. Non mi tema! Lei mi teme? Mi temono, vero? Non mi tema, non mi tema, lo sanno tutti io voglio essere amato, rispettosamente – è naturale – ma amato, le dirò. Io amo essere amato, più esattamente…. è gradevole. Non trova? Certo la mia posizione è particolare. Molto particolare.”

“Buongiorno, buongiorno…! Si lasci vedere, mio giovane amico: è venuto a farmi tante domande? Eh? Bene, bene, bene… Tante domande! Domandate, domandate. Io nella mia estrema benevolenza mi dichiaro disposto a rispondere a qualsiasi domanda, qualsiasi! Io sono pieno, gremito di risposte, le risposte mi coprono come parassiti. Me le trovo dappertutto, sotto le ascelle, sotto il sedere, su la pancia, mi gratti, mi gratti, io rispondo a tutto, a tutto, tutto, in modo esplicito, esauriente, definitivo. Figliolo, credi che abbia tempo da perdere? Le vuoi fare le domande?”

“Sono venuto per questo. Ma le dico che io, io le ho lette le altre interviste. Le altre interviste con lei, in quel libro, la Bib… la Biblia. Beh, uhm. Non sono molto soddisfatto. Non voglio accontentarmi, io, di parole generiche come quelle.”

“Gli altri, gli altri, le altre interviste… si sa ogni intervista è diversa, è un unicum. Per lei, per lei sarà diverso: domandi, domandi…”

“Le farò le domande concordate, sono venuto per questo. Ho attraversato un terreno impervio. Ho litigato coi lattai. Coi cani. Ho esibito documenti falsi.”

“Giusto, giusto, lo fanno tutti. È stato picchiato?”

“Due volte. E con un bastone. Mi hanno anche tirato dietro chiodi e pezzi di vetro.”

“Giusto! Lei sa, i pezzi di vetro, non di rado, sono opericciuole di qualche pregio”.

“Ho anche dormito all’adiaccio. Due notti. È giusto?”.

“Giusto. Lei forse si lamenta? Non credo!”

“Trovo irragionevole collocare un sordo, un sordo, a ricevere le parole d’ordine. Un sordo”.

“Un sordo?”

“Un sordo delizioso, non lo sapevo! Non la trovate una pensata finissima? Dispersiva, certo, dispersiva, ma pensa un po’ tu dici la parola d’ordine, il sordo non capisce e per un attimo v’è sulla Terra una duplice incertezza: ciascuno dubita di aver frainteso o confuso, non sa se deve uccidere, se sarà ucciso, fa l’esame di coscienza, si affida alle mani della morte, e poi talora tutto si chiarisce. Delizioso. E sommamente pedagogico, non trovi?”

Intervista a Dio onnipotente, letta da Ermanno Cavazzoni.

I podcast di Paolo Nori sul Post.

Nori su Giorgio Manganelli.

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