Regge il futurismo al passare del tempo?

Confesso di aver sempre avuto il desiderio di assistere a una serata futurista e di essere partita ben disposta nei confronti dello spettacolo ravennate “Uccidiamo il chiaro di luna”.

 

Aereodanza, ®Alberto Calcinai

La sfida mi sembrava ardua: reggerà il futurismo al passare del tempo? L’ode alla guerra, in tempi così difficili? L’esaltazione della tecnica, ora che nel progresso ci viviamo? O, ancor meglio, i roboanti proclami – cui siamo abituati – dei manifesti futuristi, manterranno sulla scena le promesse altisonanti declamate sulla carta? A dare un’occhiata furtiva alla locandina (Marinetti, Russolo, Balla, Depero, Severini, Tullio Crali) s’intuiva che, comunque fosse andata, erano stati “arruolati” tutti quelli che contavano, prendendo a prestito il meglio del movimento dai suoi esponenti, più o meno celebri e bravi, più o meno di primo piano.

 

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Il Ravenna Festival è anche futurista

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Foto: Alberto Calcinai, Uccidiamo il chiaro di luna

Ravenna si è innamorata del futurismo, quest’anno.

E ha cominciato al Teatro Alighieri giovedì 1° giugno con un sostanzioso spettacolo intitolato “Uccidiamo il chiaro di luna”. Il secondo capitolo andrà in scena il 21 giugno prossimo con la Vittoria sul sole (1913) opera di Krucenych, con scene e costumi di Malevic, opera ricostruita dal Museo Russo di San Pietroburgo, in occasione del centenario, e andata in scena solo alla Fondazione Louis Vuitton a Parigi prima di approdare a Ravenna.

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Il giornale della musica, 5 giugno 2017