Tutto quello che sono riuscito a portare fuori dalla Russia erano una macchina per scrivere che all’aeroporto hanno smontato pezzo per pezzo – il loro modo per dirmi addio -, un volumetto della Modern Library con le poesie di John Donne e una bottiglia di vodka che, nel caso fossi riuscito ad arrivare in Austria, avevo pensato di dare a Auden. Altrimenti me la sarei bevuta io.
Iosif Brodskij, Conversazioni, a cura di Cynthia L. Haven, traduzione di Matteo Campagnoli, Adelphi (2015). Nella foto (LV) una macchina da scrivere russa di Iosif Brodskij, conservata nella stanza a lui dedicata, nel museo Anna Achmatova alla Casa della Fontanka, a Pietroburgo.