La neonata “Romantic Offering” al Lingotto

Successo al Lingotto per Argerich e Maisky con l’ultima composizione di Shchedrin

Al Lingotto Martha Argerich e Mischa Maisky, come prevedibile, fanno il pienone. Inconsueta è invece l’alternanza di composizioni orchestrali (Scherzo capriccioso di Dvorák, Nona Sinfonia di Shostakovich), del nuovissimo doppio concerto di Shchedrin “Romantic Offering” eseguito dai due solisti e dell’intermezzo cameristico (la Sonata per pianoforte e violoncello di Franck, apice della coesione musicale e del virtuosismo dei due). Nel pezzo brillante di Dvorák la Luzerner Sinfonieorchester, diretta da Neeme Järvi, sfodera le sue qualità, il bel suono rotondo degli archi e un buon assieme.

Il vero protagonista è però il doppio concerto di Rodion Shchedrin, “Romantic Offering”, eseguito per la prima volta il 9 febbraio 2011. Questo brano, composto per Maisky e Argerich, alterna slanci romantici, specie nel violoncello, a un’estrema essenzialità; non mancano tratti jazzistici nel primo movimento, e poi echi della Settima Sonata di Prokofiev e qualche movenza strawinskiana. Il concerto è tagliato sulle qualità dei due solisti come un vestito sartoriale di gran classe: il compositore presente in sala, soddisfattissimo, non la smetteva più di festeggiare gli interpreti. Un pezzo interessante che ci si augura di riascoltare in tempi brevi, perfetto contraltare alla Sinfonia di Sostakovic, dove si è distinta con grinta la primo violino capace di guidare con mano sicura la sua sezione (e nell’assolo): un concerto che ha posto dunque a confronto il recente passato musicale russo (la Sinfonia è del 1945) e il presente. Ma, nonostante tutto, c’è ancora un gruppo sparuto di ascoltatori che di fronte a Shostakovich scappa. Sempre in Russia si resta anche col bis (e qui Järvi sfodera tutta la sua ironia) la delizioso Valse-Fantasie di Glinka.

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Neeme Järvi reviews

Boris minimal in versione mista

Inaugurazione al Regio di Torino con la regia di Konchalovsky

Per il Boris Godunov di Musorgskij Gianandrea Noseda opta per l’edizione del 1869 (senza l’atto polacco); la novità è l’inserimento del quadro della foresta di Kromy dopo quello di San Basilio, che genera però l’incongruente doppia apparizione dell’Innocente.

Le scarne scene di Graziano Gregori (sulle quali si stagliano gli splendidi costumi tradizionali di Carla Teti), rischiano tuttavia di creare qualche confusione nell’ascoltatore, poiché soltanto qualche ramo indica la foresta, ma nulla suggerisce la presenza della cattedrale di San Basilio. Andrei Konchalovsky idea una regia minimale giocata su tonalità cineree, illuminata a tratti da macchie luminose: la morte di Boris, ad esempio, è sancita efficacemente dal crollo del trono che riluce poi di rossi bagliori.

Il protagonista è impersonato dal basso Orlin Anastassov che s’impone sulla scena con una voce importante e ha il physique du rôle, più in ombra il monaco Pimen (Sergej Aleksaškin), basso anch’egli. Boris è multiforme: ora sovrano spietato, ora padre dolcissimo (esemplare la scena con i figli Ksenija, la brava Alessandra Marianelli, e Fëdor, la voce bianca di Pavel Zubov), talvolta è indotto a eccessi fuori luogo non giustificati dal libretto, come il tentativo di strozzare Šujskij (Peter Bronder, perfettamente in parte). I momenti più riusciti sono il lamento del Folle in Cristo (il commovente Evgenij Akimov) attorniato dal coro di voci bianche del Conservatorio di Torino diretto da Claudio Fenoglio e il coup de théâtre quando Boris scaglia con una coppa di sangue contro il figlio immacolato. La prova dei cori è stata buona, ma per ben due volte la massa di coristi cammina concitatamente sul palcoscenico coprendo il pianissimo dell’orchestra. Buona accoglienza da parte del pubblico.

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The Opera Critic

Il requiem laico di Wolfgang Rihm a MiTo

Hilliard Ensemble e Quartetto Arditti insieme a Torino per la prima italiana

In Et lux (2009), per quartetto vocale e quartetto d’archi, Rihm giustappone alcuni frammenti del testo del requiem, eliminando «Deus», consueto destinatario della preghiera. La marcata reiterazione dei versi «et lux perpetua luceat eis» nella prima parte e «libera» nella seconda (alternativamente presenti nella terza) suggerisce la natura duplice della speranza, oltremondana e terrena. Con lunghe note tenute che rimandano alla polifonia vocale del XV e XVI secolo, questa musica scaturisce con lentezza dalle parole intonate, che sovente procedono entrambe parallele, generando una dimensione di tempo sospeso. Lo squarcio dell’inferno, terribile ma non teatrale, è una frattura durante la quale i cantanti espirano fortemente sopra un violento pizzicato degli archi (il superlativo Quartetto Arditti), cui segue un torbido sovrapporsi delle voci. L’invocazione più intima e personale, climax dell’intero brano, è affidata all’ingresso del baritono (purtroppo non in grande forma) con l’umanissimo «Libera me de morte aeterna»: qui il centro irradiatore della composizione passa da «eis» a «me». Il ripetersi di singole parole, attraverso la suddivisione in sillabe, ne disgrega impercettibilmente il significato e consente a Rihm un gioco puramente musicale (tecnica che utilizzerà poi anche in Dionysus) dal potere incantatorio, che crea immancabilmente, anche quando mutano interpreti e luoghi, un’atmosfera di meditazione estatica, non dissimile dai Responsori di Gesualdo.

L’esecuzione torinese, in prima italiana, per la quale il controtenore dell’Hilliard Ensemble è stato sostituito con Robin Tyson, non ha troppo risentito della cattiva acustica della chiesa di San Filippo. Anche Rihm, presente al concerto, era particolarmente commosso.

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Scuole in musica

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Piazza Vittorio Veneto, Torino: l’esibizione dell’Istituto Comprensivo “Antonio Vassallo”, Boves (CN)

Si è tenuta a Torino la II edizione di “Scuole in Musica” che ha registrato un’entusiasta partecipazione di giovani (1500 studenti, per un totale di 36 scuole) e docenti, un grande afflusso di pubblico e autorità: erano presenti i Direttori Generali di Uffici Scolastici Regionali e i Referenti Regionali per la musica di diverse Regioni italiane; la manifestazione è stata fortemente voluta dall’ente organizzatore: il Ministero della Pubblica Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, con il patrocinio di molti sponsor.

L’On. Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica, non ha voluto mancare all’appuntamento, sottolineando a più riprese il valore formativo del far musica insieme come elemento centrale per la formazione dell’individuo, come fattore di aggregazione e preludio alla convivenza armonica.

34 gruppi musicali si sono esibiti in innumerevoli piazze e vie del centro cittadino in miniconcerti auto-gestiti che spaziavano dal rock alla musica occitana al blues e al jazz, dalla musica rinascimentale a quella popolare. Molteplici le compagini musicali; impossibile nominarle tutte: dal numeroso gruppo vocale e strumentale del Liceo Classico “Cavour” di Torino (75 elementi) che si è esibito in Piazza Palazzo di Città, ai 60 componenti dell’Istituto Comprensivo “Vassallo” di Boves (CN) che hanno cantato e suonato in Piazza Vittorio Veneto proponendo musica popolare, fino ai 100 cantori del coro di voci bianche dell’Istituto Comprensivo “Tommaseo” (direzione didattica “D’Azeglio”) ai quali è stata riservata il prestigioso spazio della Galleria San Federico.

Grazie alla massiccia adesione all’iniziativa, ogni provincia piemontese ha avuto la sua rappresentanza: da Cuneo (Istituto Tecnico Commerciale “Monelli”) a Verbania (Scuola Media “Ranzoni” e l’Istituto Comprensivo “Rebora” di Stresa), da Pray Biellese a Tortona e Arquata Scrivia (AL), passando per San Damiano d’Asti (Scuole Media “Alfieri”) e Vercelli (Istituto Comprensivo “Ferrari”) ma anche Novara (Liceo Classico “Carlo Alberto”), senza dimenticare la folta presenza di scuole della provincia di Torino (Volpiano, Caselle Torinese, Torre Pellicce, Pino Torinese, Oulx, Bussoleno, Chivasso, Pinerolo, Cuorgnè,).

L’evento, che fa parte del Piano per il benessere dello studente promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione si è svolto in sinergia con gli atleti di “Euritmica”, che parteciperanno ai XXIV Campionati d’Europa di Ginnastica Ritmica, a Torino, dal 5 al 7 giugno prossimo, al Palasport Olimpico.

L’appuntamento finale, in Piazza San Carlo, ha visto protagonisti sia i giovani musicisti, sia gli atleti che hanno accompagnato con esibizioni artistiche un maxiconcerto, al quale ha partecipato l’Orchestra della Fondazione CRT.

Archivio del Ministero della Pubblica Istruzione