Assolutamente musica: Murakami incontra Ozawa

Parlare di musica, lo sappiamo, è una sfida. Specie se si tratta di musica assoluta e non di opera. Ma paradossalmente questo libro, nato come una conversazione tra lo scrittore Murakami e il direttore d’orchestra Ozawa, non ci fa caso. 

Il segreto sta nella naturalezza: con grande semplicità Murakami si ritrova a parlare di musica con Ozawa, all’epoca convalescente. Gli incontri, che si succedono l’un l’altro, giovano alla salute del direttore d’orchestra e rivelano allo scrittore se stesso. Murakami scrive infatti: «Nel corso dei nostri incontri ho capito di voler rendere conto di una risonanza naturale del cuore. La risonanza del cuore di Ozawa, ovviamente, che ho ascoltato con la massima attenzione. Dopotutto, io facevo le domande e lui rispondeva. Ma spesso nelle sue parole sentivo l’eco del mio cuore» (p. 11).

Doppio Zero

Una storia della musica in due copertine

Tra la prima copertina della Breve storia della musica di Massimo Mila, apparso per i tipi dell’editore Bianchi Giovini, Milano, 1946. bross. edit. pp. 356, 8°. Prima Edizione nella collana “Cultura” n. 3

e la sua ultima edizione, Einaudi 2014, collana ET Saggi pp. 488, sono trascorsi cronologicamente 68 anni, ma parecchie ere geologiche sia a livello grafico sia a livello della consapevolezza della disciplina (la storia della musica sembra ahimè inghiottita dalla musicologia). Il testo, al suo interno, non credo sia cambiato altrettanto.

Il fatto che questa Storia sia ancora in circolazione fa riflettere, almeno in due modi. La vitalità di un’opera è benvenuta, ma ci si chiede anche quali e quante posizioni critiche siano oggi superate e quanto e se, in effetti, di questo testo venga consigliata una lettura critica (nessuno crede che un’opera del 1946 possa essere letta senza molte precisazioni nel 2019).

Leggi anche:

Musica per gli occhi, note grafiche

Glenn Gould e la ricerca del pianoforte perfetto

Einaudi Struzzo

Come si diventa ciò che si è? Le strade e le variazioni sono infinite. Un pianoforte, per esempio, può essere d’aiuto. Ma la strada per trovarlo, a volte, è lunga e faticosa. Se il protagonista è Glenn Gould, il fuoriclasse del pianoforte, un ragazzo schivo e strano che precocemente mollò la carriera musicale nel 1964 a 32 anni, quella ricerca è tutto. Attorno a lui pullula un piccolo universo di uomini, come l’accordatore quasi cieco Verne Edquist, di oggetti, tipo dozzine di chiavi di stanze d’albergo, oltre a un intrecciarsi di casi imprevedibili, come le disavventure con la fabbrica degli Steinway e con Bill Hupfer che rende possibile l’incontro col pianoforte perfetto.

Scovare lo strumento giusto, tagliato come un abito di sartoria, equivale a riconoscere, fra mille, l’anima gemella. Gould sapeva con precisione cosa cercava in un pianoforte, ma il CD 318 – questo il suo nome – arrivò a Toronto solo a metà degli anni ’40: di fatto era stato lui, il pianoforte, a raggiungere Gould nella sua città natale.

Scritto per il blog Einaudi, lo Struzzo a scuola

10 esperienze di lettura del 2015

Memorialistica:

  • Erich Kästner, Taccuino ’45 – Un diario del tracollo del terzo Reich (trad. it. Artemio Focher) Mattioli 1885, 2015: a volte la storia più recente ci sembra del tutto estranea a ciò che siamo oggi, a quello che siamo diventati e pare impossibile che gli eventi narrati si siano svolti in luoghi conosciuti, a noi noti. Kästner sa parlare della guerra senza retorica, come un fatto quotidiano, di bruciante normalità.

Narrativa:

  • Giorgio Caponetti, Quando l’automobile uccise la cavalleria, Marcos y Marcos 2011: un romanzo basato su fatti realmente accaduti scritto benissimo. L’audace Federigo Caprilli, l’esteta Emanuele Cacherano di Bricherasio e sullo sfondo lo spregiudicato Giovanni Agnelli. Condensa lo spirito della nascente modernità.

Lett. specialistica:

  • Guido Adler, Umfang, Methode und Ziel der Musikwissenschaft, in: «Vierteljahrsschrift für Musikwissenschaft», 1, 1885, pp. 16-17, online. Il testo fondativo della musicologia.
  • Melanie Unseld,  Biographie und Musikgeschichte. Wandlungen biographischer Konzepte in Musikkultur und Musikhistoriographie, Köln/Wien, Böhlau 2014: su una vexata quaestio della storia della musica. Da leggere assolutamente perché la Unseld ha il coraggio di dire ciò che per troppo tempo è rimasto non detto.

leggere

Saggistica:

  • Mithu M. Sanyal, Vulva. Die Enthüllung des unsichtbaren Geschlechts, Wagenbach 2009: la storia culturale della vulva. Sorprendente a ogni pagina. Si aspetta (ancora) la traduzione italiana!
  • Ernst Kris – Otto Kurz, La leggenda dellartista, Bollati Boringhieri 1989: qui alcune riflessioni. Com’è potuto succedere che non l’abbia letto prima?
  • Luciano Berio, Scritti sulla musica, Einaudi 2013: l’ampiezza di interessi del compositore è sorprendente. Come re Mida attraverso ogni parola riesce a far rilucere l’oggetto di cui parla.
  • Giuliano da Empoli, Contro gli specialisti, Marsilio 2013: l’umanesimo può prendersi una rivincita in un’epoca di avanzamento tecnologico che tutto sembra fagocitare? Ne avevo parlato qui.
  • Jorge Carrión, Librerie. Una storia di commercio e passioni, Garzanti 2015. Recensito qui: per Doppio zero.
  • Federica Muzzarelli, Moderne icone di moda. La costruzione fotografica del mito, Einaudi 2013. Come si costruisce un mito da fine Ottocento a metà del Novecento sfruttando la fotografia e i media?

La musica nelle scuole. Non ce n’è abbastanza.

Un tempo eravamo il paese della musica…

Ma, finché leggeremo, nel nostro paese, articoli che interpretano l’attuale carenza di docenti nella scuola (media) così:

Abbondano i posti in più di musica, educazione artistica e ginnastica, tutte materie altamente formative ma che non ci aiutano a risalire la china delle classifiche internazionali.

Orsola Riva, Il Corriere della sera online, 29 ottobre 2015

Non potremo far in modo che le arti abbiano il posto che gli dovrebbe spettare. I teatri saranno sempre più vuoti.

Non ci sarà speranza di far del nostro paese un luogo di persone colte, occupate, felici di ciò che hanno appreso e di quello che sono, dedite soprattutto a ciò amano (sia questo la musica, l’educazione artistica, l’ingegneria o la matematica). E non al ranking nelle classifiche internazionali.

Ovvero l’efficientismo della didattica…

La scuola delle tre i […] in nome di una pedagogia neoliberale […] riduce la scuola a un’azienda che mira a produrre competenze efficienti adeguate al proprio sistema. Si sacrifica volentieri ogni riferimento alla pratica educativa per enfatizzare un principio di prestazione.

Massimo Recalcati, autore di questa frase illuminante, nel suo recente, bellissimo, drammatico e necessario L’ora di lezione, collega questo genere di problemi alla scuola-Narciso, dove una:

“Nuova alleanza tra genitori e figli disattiva ogni funzione educativa da parte dei genitori che si sentono […] impegnati ad abbattere gli ostacoli che mettono alla prova i loro figli per garantire loro un successo senza traumi […].

La formazione si riduce al solo potenziamento del principio di prestazione che deve poter preparare i nostri figli alla gara implacabile della vita.

Il fallimento non è tollerato, così come non è tollerato il pensiero critico […]. La Scuola-Narciso vive infatti all’ombra del principio di omologazione e di una concezione efficientistica della didattica, assimilata […] all’azienda.

La paranoia della Scuola-Edipo lascia il posto alla Scuola-Narciso. Se la prima si polarizza sulle dinamiche conflittuali […], la seconda ha come suo primo tratto […] l’assenza di conflitto fra le generazioni e la prevalenza di un Ideale di prestazione che le accomuna indifferentemente”.

graffiti Ferrara New York