Čajkovskij. Guida alla vita e all’ascolto.
Traduzione di Alessandra Burani e Luca Fontana
Milano, il Saggiatore 2012, € 35
David Brown si occupava di Čajkovskij dal 1971, quando scrisse la voce omonima per il New Grove. Ci prese gusto e nacquero quattro poderosi volumi su vita e opera del compositore russo, destinati agli specialisti (London, Gollancz, 1978-1992). L’opera che dà alle stampe il Saggiatore nella bella traduzione di Alessandra Burani e Luca Fontana, è la versione condensata dall’autore in volume unico nel 2006 ed è rivolta a un pubblico più ampio.
Dev’essere stata una sfida per Brown sia per l’opera compositiva, in parte ancora poco diffusa soprattutto sul versante operistico, sia per la difficile biografia di Čajkovskij (il quale scrisse 5000 lettere, raccolte in 15 volumi), che narra con grande intelligenza e sensibilità. Questo è uno dei libri migliori che abbia avuto fra le mani negli ultimi anni. (Anche se la recezione della sua opera, in particolare il quarto volume è controversa).
Brown ha imparato con grande umiltà, quale insegnante di scuola media, a rendere accessibili a tutti i “grandi” della musica: qui il suo talento, raro fra i musicologi, è quello di avvicinarvi senza supponenza a Čajkovskij. Apprezzabile comunque è la capacità di considerare obiettivamente Čajkovskij, senza un amore incondizionato, una capacità evidentemente acquisita dopo anni e anni di frequentazione.
Brown dà indicazioni diverse ai suoi lettori, a seconda dell’impegno e del tempo che riserveranno al libro: descrive le opere principali, esponendole gerarchicamente e indicando quelle che non si può fare a meno di ascoltare, e suggerisce tra queste anche singoli movimenti per chi avesse davvero poco tempo.
Le parti dedicate alle composizioni sono di chiarezza esemplare, facendo un minimo ricorso al linguaggio tecnico, ma senza cadere nella semplificazione. In appendice una breve appendice spiega le principali forme musicali e il concetto di tonalità, oltre a un glossario di termini tecnici che aiutano a capire tutti gli argomenti affrontati, i quali richiedono «nient’altro che un ascolto attento».
Il Giornale della Musica, 300, febbraio 2013, p. 29