Ricreare in 3D digitalmente una scultura, colorarla e darle una nuova vita: in una frase il lavoro stupefacente del digital artist Hadi Karimi su Beethoven.
A sinistra Joseph Karl Stieler, 1820, Beethoven Haus, Bonn (il modello) a destra la scultura di Karimi
La prima versione da Stieler, rifinita e idealizzata (2020), dipinta digitalmente.
La seconda versione da Stieler (2021), più realistica, ottenuta dall’osservazione del dipinto e integrando i dettagli della maschera facciale.
A sinistra Franz Klein (1812, Wien, Kunsthistorisches Museum, Sammlung alter Musikinstrumente) a destra la scultura di Karimi.
A chi è dedicata la Terza Sinfonia di Beethoven detta “Eroica”?
Joseph Franz Maximilian von Lobkowitz
Dove si trova il famoso frontespizio della Terza Sinfonia la dedica cancellata?
A Vienna, nell’archivio della Gesellschaft der Musikfreunde (GdM, Società degli amici della musica), la cui sede è il Musikverein, dove si tiene annualmente il concerto di Capodanno dei Wiener Philarmoniker.
È l’autografo?
No, l’autografo è perduto. La copia corretta, proprietà della GdM, risale all’agosto del 1804.
frontespizio completo
Quando è stata pubblicata a stampa la “Sinfonia Eroica” per la prima volta?
Ottobre 1806.
Quando si tenne la prima esecuzione?
7 aprile 1805, Vienna, Theater an der Wien.
Chi raccontò per la prima volta la vicenda del manoscritto furiosamente cancellato? E perché?
La storia è riportata in Franz Gerhard Wegeler, Ferdinand Ries, Beethoven. Appunti biografici dal vivo (edizione italiana a cura di Artemio Focher); l’aneddoto è raccontato da Ries. Trattandosi di una copia corretta per l’editore il manoscritto si è conservato solo per caso. La storia è stata pertanto raccontata (in modo verosimile) da Ries, amico di Beethoven e fonte attendibile.
E quindi?
Secondo Carl Dahlhaus, «l’immagine di Beethoven che sopravvive nella memoria dei posteri è costituita da un miscuglio di impressioni prodotte dalle opere e di frammenti biografi ci i quali constano in gran parte di leggende e aneddoti. E il rapporto tra opera e biografia sembra tanto più stretto quanto più si confida nel potere chiarificatore degli aneddoti – il cui contenuto di verità non è empirico, bensì simbolico – invece di basarsi su documenti che reggono alla critica storica. L’episodio a Teplitz (il dissidio con Goethe, nota mia) in cui Beethoven si presenta come un rude repubblicano è mal documentato; il tentativo di cancellarlo dalla memoria del pubblico dei concerti sarebbe però vano, perché esso non è altro che l’immagine che integra l’atteggiamento musicale della Quinta Sinfonia», Beethoven e il suo tempo, trad. it. L. Dallapiccola, Torino, EDT 1990, p. 17. L’aneddoto della dedica erasa è in tutto e per tutto simile a quelli menzionati da Dahlhaus: una tessera funzionale alla semplificazione e alla costruzione del mito di Beethoven che lo vuole allergico a ogni forma di potere.
Ingrandimento
Allora perché Beethoven rimosse Napoleone dal frontespizio della Terza Sinfonia?
Perentorio, icastico, folgorante, l’attacco della Sinfonia n. 5 di Beethoven è probabilmente il più conosciuto al mondo ma è anche uno dei più ostici, tecnicamente parlando, per i direttori d’orchestra.
Toscanini, Karajan, Bernstein, Barenboim, Harding, Ozawa, Pappano, Thielemann, Abbado: i confronti (audio/video) di Enrico Girardi sul Corriere della Sera.
Esistono musei privati e pubblici. I musei privati, spesso, sono collezioni artistiche di un singolo individuo che sceglie i criteri espositivi e come gestire il suo museo. I musei privati sono oggi in decisa crescita e stanno cambiando radicalmente il paesaggio culturale. Opere in precedenza inaccessibili diventano visibili al pubblico. In assenza di adeguati finanziamenti, la generosità individuale può in effetti colmare una mancanza nella vita culturale di una nazione. Di conseguenza i gusti personali dei collezionisti influenzano sempre più il tipo di arte che viene commissionata, esposta, descritta, studiata. Liberi dalle necessità di rappresentare una comunità ampia, i collezionisti privati sono in grado di perseguire i propri interessi, esponendo lavori che li rappresentino.
Un museo pubblico segue invece standard legali ed etici, oltre a dover onorare la sua missione. Molti musei pubblici sono membri di organizzazioni museali professionali e sono anche tenuti a seguire i loro standard. La storia ha dimostrato che il mondo dell’arte trae beneficio da una variegata serie di voci e prospettive.
Oggi vanno emergendo alcuni modelli di partenariato tra pubblico e privato che promuovono la condivisione della conoscenza, e consentono ai musei, sia quelli di recente fondazione sia già affermati, di imparare gli uni dagli altri e dalle esperienze passate.
Ci si può quindi chiedere: in che modo la musica rientra nel gusto e nelle scelte museali di collezioni pubbliche e private? Quali opere d’arte legate alla musica esistono nei musei pubblici e privati di tutto il mondo? Come vengono studiati e catalogati questi oggetti? Come vengono organizzati per l’esposizione pubblica? Il pubblico dovrebbe essere reso consapevole dei cambiamenti nella gestione del patrimonio musicale di tutti. Solo attraverso lo scambio e la collaborazione tra artisti, istituzioni e il loro pubblico che possiamo tutelare l’ecosistema artistico per il XXI secolo e per il nostro futuro.
Il 2020 è un anno importante per Beethoven. Il suo 250esimo compleanno sarà celebrato tutto il mondo. Questo simposio prende attivamente parte alle celebrazioni rendendo omaggio al compositore organizzando una sessione apposita, su temi beethoveniani, curata da Benedetta Saglietti.
Comitato:
Zdravko BLAŽEKOVIC, City University of New York, The Graduate Center
Cristina SANTARELLI, Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, Torino
Luzia Aurora ROCHA, Universidade NOVA de Lisboa
Luísa CYMBRON , Universidade NOVA de Lisboa
Antonio BALDASSARRE, Hochschule Luzern: Musik
Cristina BORDASIBAÑEZ, Universidad Complutense, Madrid
Comitato organizzatore: Luís Correia de Sousa (coord.), Nuno Prates, Maria Fernandes, Rui Araújo, Beatriz Carvalho, Edward d’Abreu, Luísa Gomes